Il ramarro (Lacerta viridis) è diffuso in tutta Italia dal livello del mare fino ai 1800 metri, preferisce zone aperte, vegetazione fitta e magari vicino all’acqua.
Qui in Salento era più comune un tempo, si incontrava di frequente con la sua splendida livrea verde brillante e la forma elegante che gli permette movimenti veloci e repentini.
Non è un animale pauroso, anzi, stava lì in cima a un muretto a testa alta a guardare curioso questi umani stravaganti e rumorosi.
I maschi possono arrivare ai 45 cm, un po’ meno le femmine. Il colore di base è verde intenso, i maschi spesso con macchioline nere e gialle, mentre le femmine mostrano sovente 2-4 striature sul dorso. I giovani hanno il dorso bruno e fianchi giallo-verdi per il primo anno d’età.
All’avvicinarsi della stagione invernale cercano riparo nei buchi degli alberi, tra le foglie e i rami.
In primavera, quando si risvegliano, compiono movimenti piuttosto lenti e possono essere facilmente predati; poi tra aprile e maggio arriva la stagione degli amori e la gola del maschio si tinge di un bellissimo blu-turchese intenso con il doppio scopo di intimorire i rivali e conquistare la femmina.
Pare sia una specie fortemente territoriale: in primavera sia i maschi che le femmine combattono per accaparrarsi i territori migliori, per cui le coppie che si formeranno non saranno decise dall’incontro dei partners bensì dall’occupazione di territori sovrapposti.
Il ramarro si nutre di insetti, ragni, lombrichi, piccoli roditori e anche di altre lucertole, talvolta grazie alla potente mascella riesce a cibarsi anche di uova e occasionalmente mangia anche la frutta.
Come dicevo prima il suo numero è decisamente calato negli ultimi anni, sicuramente il suo habitat si sta restringendo, ma soprattutto è sensibile a una serie di insidie quali pesticidi, anticrittogammici, incendi, lavori edili, e tutti i vari attacchi che il territorio subisce.
vai al sito www.lameta.net
vai al sito www.metasalento.com
Qui in Salento era più comune un tempo, si incontrava di frequente con la sua splendida livrea verde brillante e la forma elegante che gli permette movimenti veloci e repentini.
Non è un animale pauroso, anzi, stava lì in cima a un muretto a testa alta a guardare curioso questi umani stravaganti e rumorosi.
I maschi possono arrivare ai 45 cm, un po’ meno le femmine. Il colore di base è verde intenso, i maschi spesso con macchioline nere e gialle, mentre le femmine mostrano sovente 2-4 striature sul dorso. I giovani hanno il dorso bruno e fianchi giallo-verdi per il primo anno d’età.
All’avvicinarsi della stagione invernale cercano riparo nei buchi degli alberi, tra le foglie e i rami.
In primavera, quando si risvegliano, compiono movimenti piuttosto lenti e possono essere facilmente predati; poi tra aprile e maggio arriva la stagione degli amori e la gola del maschio si tinge di un bellissimo blu-turchese intenso con il doppio scopo di intimorire i rivali e conquistare la femmina.
Pare sia una specie fortemente territoriale: in primavera sia i maschi che le femmine combattono per accaparrarsi i territori migliori, per cui le coppie che si formeranno non saranno decise dall’incontro dei partners bensì dall’occupazione di territori sovrapposti.
Il ramarro si nutre di insetti, ragni, lombrichi, piccoli roditori e anche di altre lucertole, talvolta grazie alla potente mascella riesce a cibarsi anche di uova e occasionalmente mangia anche la frutta.
Come dicevo prima il suo numero è decisamente calato negli ultimi anni, sicuramente il suo habitat si sta restringendo, ma soprattutto è sensibile a una serie di insidie quali pesticidi, anticrittogammici, incendi, lavori edili, e tutti i vari attacchi che il territorio subisce.
vai al sito www.lameta.net
vai al sito www.metasalento.com