
Qui in Salento era più comune un tempo, si incontrava di frequente con la sua splendida livrea verde brillante e la forma elegante che gli permette movimenti veloci e repentini.
Non è un animale pauroso, anzi, stava lì in cima a un muretto a testa alta a guardare curioso questi umani stravaganti e rumorosi.

All’avvicinarsi della stagione invernale cercano riparo nei buchi degli alberi, tra le foglie e i rami.
In primavera, quando si risvegliano, compiono movimenti piuttosto lenti e possono essere facilmente predati; poi tra aprile e maggio arriva la stagione degli amori e la gola del maschio si tinge di un bellissimo blu-turchese intenso con il doppio scopo di intimorire i rivali e conquistare la femmina.
Pare sia una specie fortemente territoriale: in primavera sia i maschi che le femmine combattono per accaparrarsi i territori migliori, per cui le coppie che si formeranno non saranno decise dall’incontro dei partners bensì dall’occupazione di territori sovrapposti.
Il ramarro si nutre di insetti, ragni, lombrichi, piccoli roditori e anche di altre lucertole, talvolta grazie alla potente mascella riesce a cibarsi anche di uova e occasionalmente mangia anche la frutta.
Come dicevo prima il suo numero è decisamente calato negli ultimi anni, sicuramente il suo habitat si sta restringendo, ma soprattutto è sensibile a una serie di insidie quali pesticidi, anticrittogammici, incendi, lavori edili, e tutti i vari attacchi che il territorio subisce.
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