La storia del Salento è stata costellata da invasioni, conquiste, incursioni di pirati, attacchi e saccheggi; innumerevoli i popoli che sono passat su questa terra, alcuni si sono fermati e hanno fondato comunità prosperose, altri hanno dominato da conquistatori.
L’esigenza di difendere il territorio ha costretto a costruire castelli, masserie e residenze fortificate, cinte murarie e torri di avvistamento soprattutto lungo le coste, ma anche nell’entroterra.
Furono i Bizantini i primi ad erigerle per difendersi dalle invasione dei Longobardi, tra quelle ancora visibili, le più antiche sono romane, ma furono gli Spagnoli, soprattutto nell’epoca di Carlo V nella seconda metà del ‘500 che studiarono e realizzarono un progetto complessivo di avvistamento e difesa costiera quando i mussulmani divennero una seria minaccia.
Il sistema studiato prevedeva una serie di torri in modo che da ognuna si vedesse la successiva, l’allarme veniva propagato attraverso segnali di allarme sonori come il corno e le campane, o segnali di allarme visivi come il fumo (di giorno) o il fuoco (di notte), in modo che ogni torre allertasse la successiva .
Il costo di tale operazione divenne così grande che le autorità spagnole studiarono uno stratagemma e diffusero un “bando”: chi accettava di erigere una torre costiera avrebbe poi ricevuto il titolo di “capitano di torre“.
Il titolo dava spesso diritto alla riscossione di dazi ed imposte e chi non avesse pagato tali dazi, non avrebbe avuto diritto alla difesa e al riparo in caso di attacco.
Ecco che allora, secondo uno meccanismo molto attuale, alcuni si prendevano l’impegno di costruire le torri senza averne realmente le capacità economiche e i trucchi utilizzati erano molti; ad esempio il capomastro che firmava il contratto per la costruzione, utilizzava acqua marina per impastare la malta invece dell’acqua dolce o pietre poco idonee alla costruzione solo perché facilmente reperibili, questo determinava una rapida erosione delle mura e la perdita di gran parte di questi monumenti. Pare che Torre Mozza di Ugento fu chiamata così perché crollò più volte e sempre subito dopo la fine dei lavori di costruzione.
La maggior parte delle torri servivano allo scopo di avvistare le navi nemiche, solo poche a nord di Gallipoli hanno dimensioni maggiori perché utilizzate come sede di comando e per stipare merci e uomini.
Sono generalmente a pianta quadrata o circolare, con il basamento scarpato e dotate di feritoie per gli archibugi e caditoie; al piano terra una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana dal terrazzo, su di essa gli ambienti abitabili, mentre sulla terrazza superiore si poteva salire attraverso una scala spesso ricavata all’interno delle mura della torre.
Alcune delle torri sono oggigiorno solo ruderi irriconoscibili, se ne contano poco più di 50, molte delle quali in stato di completo abbandono, però ancora oggi sono punti di riferimento per i naviganti e fanno parte dell’identità dei luoghi.
Di seguito l’elenco
LECCE
Torre Specchiolla
Torre Rinalda
Torre Chianca
Torre Veneri
Torre San Cataldo
VERNOLE
Torre Specchia Ruggeri
MELENDUGNO
Torre San Foca
Torre Roca Vecchia
Torre dell’Orso
Torre Sant’Andrea
OTRANTO
Torre Fiumicelli
Torre Santo Stefano
Torre del Serpe
Torre dell’Orte
Torre Palascia
Torre Sant’Emiliano
Torre Badisco
SANTA CESAREA TERME
Torre Minervino
Torre Specchia di Guardia
Torre Santa Cesarea
Torre Miggiano
CASTRO
Torre Dso
DISO
Torre Capo Lupo
ANDRANO
Torre Andrano
TRICASE
Torre del Sasso
Torre di Porto Tricase
Torre Palane
TIGGIANO
Torre Nasparo
CORSANO
Torre Specchia Grande
Torre del Riccio
GAGLIANO DEL CAPO
Torre di Porto Novaglie
Torre Montelungo
CASTRIGNANO DEL CAPO
Torre Santa Maria di Leuca
Torre dell’Omo Morto
Torre Marchiello
PATU’
Torre San Gregotio
MORCIANO DI LEUCA
Torre Vado
SALVE
Torre Pali
UGENTO
Torre Mozza
Torre San Giovanni
ALLISTE
Torre Sinforo
RACALE
Torre Suda
GALLIPOLI
Torre del Pizzo
Torre San Giovanni la Pedata
Torre Sabea
Torre dell’Alto Lido
NARDO’
Torre del Fiume di Galatena (o delle 4 colonne)
Torre Santa Caterina
Torre Santa Maria dell’Alto
Torre Uluzzo
Torre dell’Inserraglio
Torre Sant’Isidoro
Torre Squillace
PORTO CESAREO
Torre Cesarea
Torre Chianca
Torre Lapillo
Torre Castiglione
L’esigenza di difendere il territorio ha costretto a costruire castelli, masserie e residenze fortificate, cinte murarie e torri di avvistamento soprattutto lungo le coste, ma anche nell’entroterra.
Furono i Bizantini i primi ad erigerle per difendersi dalle invasione dei Longobardi, tra quelle ancora visibili, le più antiche sono romane, ma furono gli Spagnoli, soprattutto nell’epoca di Carlo V nella seconda metà del ‘500 che studiarono e realizzarono un progetto complessivo di avvistamento e difesa costiera quando i mussulmani divennero una seria minaccia.
Il sistema studiato prevedeva una serie di torri in modo che da ognuna si vedesse la successiva, l’allarme veniva propagato attraverso segnali di allarme sonori come il corno e le campane, o segnali di allarme visivi come il fumo (di giorno) o il fuoco (di notte), in modo che ogni torre allertasse la successiva .
Il costo di tale operazione divenne così grande che le autorità spagnole studiarono uno stratagemma e diffusero un “bando”: chi accettava di erigere una torre costiera avrebbe poi ricevuto il titolo di “capitano di torre“.
Il titolo dava spesso diritto alla riscossione di dazi ed imposte e chi non avesse pagato tali dazi, non avrebbe avuto diritto alla difesa e al riparo in caso di attacco.
Ecco che allora, secondo uno meccanismo molto attuale, alcuni si prendevano l’impegno di costruire le torri senza averne realmente le capacità economiche e i trucchi utilizzati erano molti; ad esempio il capomastro che firmava il contratto per la costruzione, utilizzava acqua marina per impastare la malta invece dell’acqua dolce o pietre poco idonee alla costruzione solo perché facilmente reperibili, questo determinava una rapida erosione delle mura e la perdita di gran parte di questi monumenti. Pare che Torre Mozza di Ugento fu chiamata così perché crollò più volte e sempre subito dopo la fine dei lavori di costruzione.
La maggior parte delle torri servivano allo scopo di avvistare le navi nemiche, solo poche a nord di Gallipoli hanno dimensioni maggiori perché utilizzate come sede di comando e per stipare merci e uomini.
Sono generalmente a pianta quadrata o circolare, con il basamento scarpato e dotate di feritoie per gli archibugi e caditoie; al piano terra una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana dal terrazzo, su di essa gli ambienti abitabili, mentre sulla terrazza superiore si poteva salire attraverso una scala spesso ricavata all’interno delle mura della torre.
Alcune delle torri sono oggigiorno solo ruderi irriconoscibili, se ne contano poco più di 50, molte delle quali in stato di completo abbandono, però ancora oggi sono punti di riferimento per i naviganti e fanno parte dell’identità dei luoghi.
Di seguito l’elenco
LECCE
Torre Specchiolla
Torre Rinalda
Torre Chianca
Torre Veneri
Torre San Cataldo
VERNOLE
Torre Specchia Ruggeri
MELENDUGNO
Torre San Foca
Torre Roca Vecchia
Torre dell’Orso
Torre Sant’Andrea
OTRANTO
Torre Fiumicelli
Torre Santo Stefano
Torre del Serpe
Torre dell’Orte
Torre Palascia
Torre Sant’Emiliano
Torre Badisco
SANTA CESAREA TERME
Torre Minervino
Torre Specchia di Guardia
Torre Santa Cesarea
Torre Miggiano
CASTRO
Torre Dso
DISO
Torre Capo Lupo
ANDRANO
Torre Andrano
TRICASE
Torre del Sasso
Torre di Porto Tricase
Torre Palane
TIGGIANO
Torre Nasparo
CORSANO
Torre Specchia Grande
Torre del Riccio
GAGLIANO DEL CAPO
Torre di Porto Novaglie
Torre Montelungo
CASTRIGNANO DEL CAPO
Torre Santa Maria di Leuca
Torre dell’Omo Morto
Torre Marchiello
PATU’
Torre San Gregotio
MORCIANO DI LEUCA
Torre Vado
SALVE
Torre Pali
UGENTO
Torre Mozza
Torre San Giovanni
ALLISTE
Torre Sinforo
RACALE
Torre Suda
GALLIPOLI
Torre del Pizzo
Torre San Giovanni la Pedata
Torre Sabea
Torre dell’Alto Lido
NARDO’
Torre del Fiume di Galatena (o delle 4 colonne)
Torre Santa Caterina
Torre Santa Maria dell’Alto
Torre Uluzzo
Torre dell’Inserraglio
Torre Sant’Isidoro
Torre Squillace
PORTO CESAREO
Torre Cesarea
Torre Chianca
Torre Lapillo
Torre Castiglione