STORIA DEL SALENTO: la costruzione della Basilica di Santa Caterina a Galatina

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Santa Caterina incisioneSiamo nel XIV secolo, Galatina faceva parte della contea di Soleto il cui signore era allora Ugo del Balzo.
Data la mancanza di eredi diretti, la contea venne assegnata a Nicolò Orsini, marito di Maria del Balzo, il loro figlio Raimondo, detto Raimondello, aggiunse al proprio cognome quello della madre e la famiglia divenne così Del Balzo Orsini.
Ed ecco i protagonisti della nostra storia:
Raimondello Orsini Del Balzo, Giovanni Antonio Orsini Del balzo, suo figlio, e le nobilissime rispettive consorti: Maria D’Enghen e Anna Colonna.
E’ interessante sapere che gli Orsini erano un’antica e nota famiglia romana, uno dei suoi componenti fu un papa noto per essere avido di ricchezze e nepotista, tanto che Dante nella sua Divina Commedia lo mise all’inferno:
…”sappi ch’io fui vestito
del gran manto;
e veramente fui figliuol
dell’orsa,
cupido sì per avanzar gli orsetti
che su l’avere,
e qui mi misi in borsa
.” INFERNO XIX 67-70
Torniamo a Raimondello, egli fu avventuriero, crociato e uomo d’armi che pare unisse in se il senso della pietà con la rapina e il saccheggio, come era uso in quei tempi. Egli sposò Maria D’Enghen, contessa di Lecce, erede dei Brienne e principessa di Taranto.
Maria, quando rimase vedova nel 1406, sposò in seconde nozze il re di Napoli Ladislao di Durazzo e divenne perciò anche regina di Napoli, Ungheria e Gerusalemme.
Quando rimase nuovamente vedova nel 1417, tornò in Salento per governare accanto al figlio Giovanni Antonio la contea di Soleto; è ricordata come un’amministratrice attenta e capace e una mecenate delle arti.
Il figlio Giovanni Antonio che erditò da lei il titolo di principe di Taranto, fu un buon politico, ampliò i suoi possedimenti e imparò dalla madre la passione per le arti. Sposò Anna Colonna, nipote del papa Martino V.
Il culto di Santa Caterina deriva dalla cultura bizzantina, approdò a Galatina a seguito delle crociate legato direttamente a Raimondello Orsini del Balzo come è riportato nella “Cronica dei minori osservanti riformati”, un testo scritto nel 1724 da padre Bonaventura da Lama, che racconta come Raimondello, mentre era crociato in Terra Santa, andasse fino al Monte Sinai dove c’era il monastero dedicato a Santa Caterina, si inginocchiasse accanto al corpo esposto sulla tomba della santa e fingendo di pregare, ne staccasse a morsi un dito e lo nascondesse dietro l’orecchio, coperto dai lunghi capelli.
Era costume comune in quei tempi il traffico delle sacre reliquie, capitava così che di uno stesso santo esistessero in circolazione più lingue o 4 mani o che interi cadaveri venissero trafugati come fu per esempio per San Marco a Venezia o per San Nicola a Bari.
Comunque la reliquia vera o falsa che fosse, venne inserita in un prezioso reliquiario finemente lavorato, ora esposto nel Museo della Basilica; papa Urbano V, già arcivescovo di Bari, autorizzò Raimondello a costruire la Chiesa con l’annesso Convento e l’Ospedale.
Alla morte di Raimondello fù il figlio Giovanni Antonio che portò a termine i lavori e che si occupò della biblioteca dotandola di una serie di pregevoli codici finemente realizzati.

by La Meta: Vacanze nel Parco del Salento